Di Federica Dell’Aiera
Le tecnologie di comunicazione online hanno registrato un’espansione senza precedenti. I media hanno cambiato la vita dell’uomo, hanno portato una vera trasformazione in un processo tanto lungo quanto veloce. Un processo che è iniziato con l’invenzione della scrittura passando dallo sviluppo dei media tradizionali fino alla nascita di internet e dei “new media”.
Cosa sono i new media?
Con i media cosiddetti “tradizionali”, la radio, la tv o i giornali, il messaggio da una fonte arriva ad una massa di recettori che però non possono fornire alcun tipo di feedback. Con l’avvento dei new media abbiamo a che fare con l’interattività e la partecipazione. Chiunque può inserire un contenuto, un articolo, una foto, raggiungendo una fascia più o meno ampia di pubblico. Seppur sia positivo il fatto che davvero chiunque possa dire ciò che pensa, questa abbondanza di informazione spesso fa danno.
Infatti è cambiato il modo di pensare, di pensarsi e guardarsi. Ad esempio Il pubblico di amici è adesso un pubblico di seguaci: si pensa a generare contenuti adatti ad un’audience, come se fossimo su un palcoscenico; il post è una performance, i lettori il nostro pubblico, un like i nostri applausi.
Così che costantemente sotto gli occhi del web, la propria individualità è narrata, resa pubblica e può anche essere oggetto di conversazioni e generarne di nuove.
Seduti davanti a un pc, chini sulla tastiera di uno smartphone, mediati da una luce che ci rende sicuri, da renderci disinibiti e molto spesso aggressivi. Allo stesso modo, dotati di un diritto di replica senza precedenti, di prese di posizioni immobili, generiamo giudizi non richiesti mascherati da opinioni opinabili.
Non solo, ormai abitiamo il web arredando questo come luogo della performance quotidiana, del buongiorno ai 2000 amici. In altre parole come luogo della parola in cui le norme sono più che deboli, una piazza aperta in cui le regole sono spesso infrante e si è inclini ai litigi.
A ben vedere, inclini ai litigi proprio perché si incontra tanta gente, tante teste e tanti pensieri. Però illusi di poter dire tutto senza rischiare nulla, immuni dietro lo scudo del nostro pc , ci trasformiamo così in leoni da tastiera. Siamo quindi pronti a ruggire, a indignarci e a far guerra a qualcuno o a qualcosa senza assumerci alcuna responsabilità, pronti a cliccare sul tasto cancella, senza il coraggio di scendere in piazza, agire o dire le cose “offline”, scendendo nella vita reale, disarmati con lo smartphone in tasca.
È vero che internet è un mezzo potente, è vero che i social hanno accorciato le distanze e rimosso barriere, ma è altrettanto corretto dire che la sua reale forza è sprigionata solo se riesce a generare azioni al di fuori da quel contenitore luminoso che è la rete.
Il problema di fondo è che il leone da tastiera pensa al web come un mondo distaccato, dove tutto è concesso, un mondo senza barriere ed ostacoli in cui può affrontare chiunque. Vivono i gruppi pubblici e non, abusano della libertà di espressione, sputano con rabbia la loro opinione e i loro giudizi, che sono sentenze, senza mai avere una soluzione se non utopistica, pronti a sbranare, insultare e offendere chi la pensa diversamente da loro. È una guerriglia che non lascia spazio alle argomentazioni né tantomeno al confronto di una qualsiasi discussione civile dai toni pacati in cui è possibile confrontarsi anche in presenza di opinioni totalmente opposte.
Il leone da tastiera vive in questo mondo inconsapevole del fatto che la rete è uno strumento della realtà.
Nella vita reale, offline, il leone da tastiera riuscirebbe a dire mai ciò che scrive online?
Il professore Umberto Eco sosteneva che “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività.”
Fortunatamente il web ha anche un lato “buono”, in cui emerge il lato umano, per questo è necessario difendere la libertà di espressione , cercando di usare con criterio i grandi poteri del web.
D’altronde, il web è come un coltello: possiamo tagliare il pane od uccidere una persona.
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