Di Giulio Scarantino

Il libro Salvimaio di Andrea Scanzi trova nell’ ironia la chiave di lettura di questi primi mesi di “terza Repubblica”.
Infatti, basti dare un’occhiata alla copertina, con Salvini e Di Maio sulla giostra, per capire l’intenzione narrativa dell’autore.
In realtà,  proprio questa ironia disillusa , è il filo conduttore di diversi suoi libri, che mi ricordano,quando con distacco esprime le sue valutazioni, un po’ quel cinismo del “banchiere anarchico” di Pessoa.

L’ anarchia di Scanzi si traduce nell’ arma bianca dell’ironia, che colpisce tutti senza fare sconti .
Si conferma, ovviamente, un esperto nel trovare il giusto peso dell’attuale ” sinistra”, quella per cui si percepisce la maggiore delusione che , in quanto per natura ed educazione, raggiunge anche la sfera personale dello scrittore.
Così era stato per Renzusconi: nella perfetta analogia dell’afflato d’amore di certo elettorato e dei media per Renzi, con l’epica scena di Massimo Troisi in “Se fosse amore sarebbe un calesse”  ,  con il protagonista che si trova in un mondo paradossale dove tutti esaltano l’ingiustificata bellezza di Enea.
Allo stesso modo si ripete in Salvimaio:
in particolare, basti leggere la descrizione del personaggio della “rinascita” Calenda,  per afferrare il polso della situazione: “il suo nome è Calenda: Carlo Calenda.
Questo bell’ometto, con le sue fattezze da ottantenne che ha dichiarato guerra a un’anagrafe che si ostina a volerlo troppo giovane, è un noto idolo delle masse.”. Applausi. Poche ore dopo aver letto detta definizione ecco che il vetusto uomo, in un’intervista imputa il disagio dei giovani ai “giochi elettronici”. Applausi ancora.
Inoltre, lo scrittore cerca di sfatare alcuni pregiudizi su un Governo che, prima ancora di cominciare, sembra già aver scatenato il diluvio universale. Così da criticare il dipingere Salvini ( “un Minniti più riuscito”) come nuovo dittatore, fino ad evidenziare l’ipocrisia di chi grida allo scandalo per l’alleanza tra M5S e Lega dopo aver reso questa scelta sostanzialmente inevitabile (#senzadime).
Non mancano peró anche le critiche nei confronti di questo Governo, dal famoso “e allora il PD” che mostra l’impermeabilità alle critiche del M5S , fino al rischio della subalternità di quest’ultimi con la Lega.
Per poi passare alle ambiguità del più vecchio e rodato partito del Parlamento, la Lega di Salvini.
Infine l’autore non risparmia neanche , quello che in questo “mesto” contesto (ben descritto da Andrea Scanzi) sembra essere un sacrilegio: qualche moderato elogio all’operato del Governo (Decreto Dignità, DL Anticorruzione).
In questo tentativo di distacco che si evince dal libro, invero, l’autore lascia intravedere la sua sensibilità -quella che, per chi segue Andrea Scanzi, non è più una novità- con riflessioni più profonde: quando riconosce i propri dubbi, o nelle ultime riflessioni del libro.

Ad ogni modo ,  “Salvimaio” oltre a far sorridere (spesso amaramente) é altresì un invito ad osservare ciò che accade intorno secondo più sfumature, riservandosi sempre un ragionevole dubbio, per evitare di abbandonarsi al mero tifo da stadio.
Insomma evitare di essere, come ha detto Francesco De Gregori , “tra le persone facili , che non hanno dubbi mai”.
In altri termini, non guardare in funzione di ciò che già si pensa, ma di pensare alla stregua di ciò che si guarda.