Di Alessio Amorelli

Si sono recentemente tenute le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti di America. Le elezioni di “Mid-Term” si chiamano così proprio perché si tengono a metà del mandato presidenziale, che dura quattro anni. Quest’anno le elezioni si sono concluse con un sostanziale pareggio con i Democratici che hanno riconquistato la Camera dei rappresentati mentre il Senato è rimasto saldamente in mano ai Repubblicani. Il dato interessante di queste elezioni è stata la consacrazione della corrente socialista all’interno dei Democratici americani, con Alexandria Ocasio-Cortez che a soli 28 anni è diventata la più giovane rappresentante del Congresso della storia.
Il Partito Democratico americano non è più la roccaforte liberista dell’era Clinton. Già Obama, con la sua riforma sanitaria, aveva intaccato l’individualismo e la cieca adesione al libero mercato che contraddistingue la democrazia più grande del mondo sin dalla sua fondazione. Poi, nel 2016, un anziano socialista che di nome fa Bernie Sanders ha seriamente rischiato di vincere le primarie contro Hillary Clinton, perdendo non di molto la corsa alla casa bianca. Il sentimento socialista, mentre in Italia sembra essere smarrito, gode di ottima salute oltre oceano. L’errore da non fare, però, è quello di specchiarsi troppo nelle dinamiche yankee per ritrovare la strada perduta. L’Italia e gli Stati Uniti d’America sono due democrazie profondamente diverse.

La Repubblica italiana nasce dalle ceneri del fascismo con una Costituzione pervasa da principi di matrice socialista. Il principio di uguaglianza sostanziale, un forte accento sul lavoro e sulla piena occupazione, fino alla possibilità di espropriare le imprese per motivi di interesse generale. Il fatto che questi principi sono rimasti per lo più sulla carta è un altro discorso. Ma è soprattutto grazie a questa visione di comunità che lo Stato ci ha assicurato la sanità pubblica e gratuita, la possibilità di raggiungere i più alti livelli di istruzione senza doversi indebitare fino al collo e un generoso sistema di assistenza e previdenza.

Gli Stati Uniti d’America sono frutto dell’individualismo anglosassone, nella sua accezione più vincente. Il sogno americano è quello di costruirsi da soli, il concetto di meritocrazia portato a livelli estremi. Se tieni alla tua salute, devi stipulare un oneroso contratto di assicurazione. Se desideri raggiungere l’eccellenza nello studio, potresti essere costretto a indebitarti e non poco con una banca. La pensione non te la mette da parte lo Stato federale, se non in minima parte, la devi costruire tu.

L’Italia ha vissuto i suoi momenti migliori quando i rappresentanti delle diverse istanze sociali sono riusciti a fare sintesi. L’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, la conquista dello Statuto dei Lavoratori o il breve tentativo di compromesso storico tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, rappresentano senza dubbio alcune tra le immagini più luminose della storia recente. Per farla breve, l’Italia ha dato il meglio di sé quando è riuscita ad essere una comunità, gli USA hanno dominato il mondo contemporaneo con la forza dei singoli.
È partendo da questa ricostruzione che si comprende come le esigenze “socialiste” americane hanno poco a che fare con il nostro smarrimento. Il vento Statunitense è un’aria nuova, un territorio vergine e inesplorato. Noi conosciamo il valore della nostra comunità, sappiamo cosa siamo in grado di fare. Il punto è che alcune cose le abbiamo già fatte e viene da chiedersi se la sinistra in Italia non abbia esaurito la sua funzione storica. Io credo di no, perché restano ancora molte cose da fare. L’errore da non commettere è quello di pensare come mezzo secolo fa. Noi la verginità “socialista” l’abbiamo persa presto e stiamo pagando il prezzo di una comunità usurata. Se in America ci sono i primi pionieri, noi abbiamo un disperato bisogno di cercatori di pepite, di qualcuno in grado riportare sotto i riflettori la bellezza della comunità e i suoi valori preziosi. Il lavoro da fare è sicuramente più difficile ma incommensurabilmente più appassionante. Ricominciamo.